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Soluzioni alla disoccupazione: i farmacisti danno ragione a Mandelli.

Botta e risposta fra Gullotta e Mandelli: secondo il rappresentante della FNPI gli esercizi di vicinato possono essere una risposta alla disoccupazione, mentre secondo il presidente FOFI la risposta è la farmacia dei servizi. Chi ha ragione secondo i farmacisti italiani?

Soluzioni alla disoccupazione: i farmacisti danno ragione a Mandelli.

Farmacisti al Lavoro

Davide Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, ha sottolineato in un comunicato stampa il ruolo delle parafarmacie come antidoto al precariato. Non ha tardato ad arrivare la replica del presidente dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli, secondo il quale l’ antidoto alla grave disoccupazione nella categoria passa attraverso la farmacia dei servizi, oltre alla riprogrammazione dei corsi universitari.

Su Farmacisti Al Lavoro ci siamo occupati, in passato, di studiare gli annunci comparsi su Farmalavoro per valutare chi, tra farmacie, parafarmacie e GDO, tendesse ad offrire più lavoro e quindi avesse un ruolo maggiore nella lotta alla disoccupazione. In questo sondaggio abbiamo invece chiesto ai nostri lettori chi, a loro avviso, avesse ragione in questo botta e risposta: Mandelli quando sostiene che la soluzione alla disoccupazione sia la farmacia dei servizi, o Gullotta quando sostiene la necessità di valorizzare le parafarmacie?

Quale fra queste due tesi vi trova più d'accordo?

  • Mandelli: "La soluzione alla disoccupazione è la farmacia dei servizi, oltre alla riprogrammazione dei corsi di laurea". (61%, 72 Votes)
  • Gullotta: "La valorizzazione delle parafarmacie aiuterebbe nella lotta al precariato". (39%, 46 Votes)

Total Voters: 118

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I farmacisti italiani non sembrano avere grossi dubbi: per quanto una buona fetta di farmacisti (39%) ritenga che le parafarmacie abbiano un ruolo nella lotta alla disoccupazione, un’ampia maggioranza (61%) ritiene che la soluzione al precariato di categoria possa arrivare solamente dall’implementazione della farmacia dei servizi e dall’introduzione del numero chiuso nelle facoltà di Farmacia, come auspicato dal presidente dei farmacisti italiani.

4 Commenti

  1. Un’ipotesi non esclude l’altra. Non è corretto che il Presidente della categoria intera ponga la questione in questi termini: è fuorviante.
    Né è una valida proposta quella del numero chiuso alla facoltà. Non lo é concettualmente e non lo è nemmeno in pratica. Non sono i test di ingresso, aleatori e per nulla predittivi, a poter discernere tra un futuro buon professionista e il contrario. Le nostre facoltà (e non solo) pullulano di studenti che arrivano a “quel pezzo di carta” attraverso ripetizioni plurime degli stessi esami fino al 18 per stanchezza. Questi che razza di professionisti promettono di essere? Più razionale ridurre il numero di accessi consentiti ai singoli esami.
    Quindi se la scelta è bianco o nero, a Mandelli va il mio no su tutta la linea.

  2. A favore di parafarmacie, numero chiuso, farmacie dei servizi e liberalizzazioni, federmarma e vecchi senatori a casa….il ruolo del farmacista come professionista deve riemergere!

  3. La domanda è stata rivolta ad un parlamentare, titolare di farmacia, ecc,ecc…..come chiedere a un tassista se gli piace UBER…

  4. La soluzione è rivedere la figura del farmacista, prevedendo la figura del farmacista di reparto, il farmacista territoriale in farmacia o para farmacia, il farmacista terapeutico o di continuità che si occupi di Pharmaceuticals care, aderenza terapeutica e coordimnamento tra le altre figura del ssn

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