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Cosmofarma: quando la tecnologia corre più veloce dei farmacisti

L'editoriale di Farmacisti Al Lavoro raccoglie le impressioni di una giornata trascorsa nella principale fiera del nostro settore, dove le nuove tecnologie si scontrano con la scarsa propensione al cambiamento dei farmacisti italiani.

Cosmofarma: quando la tecnologia corre più veloce dei farmacisti

Farmacisti al Lavoro

Quando facevo il farmacista collaboratore, ritenevo a torto che Cosmofarma non mi riguardasse.

La mia trasferta giornaliera a Cosmofarma comincia presto. Sveglia alle 6.30, doccia, barba e in meno di mezz’ora sono già al casello dell’Autostrada. Non faccio molti chilometri, perchè appena entrato in Veneto mi fermo per un caffè volante. Oltrepasso il Po attorno alle 8.30, e varco i cancelli della principale fiera del nostro settore poco dopo l’apertura al pubblico. Nonostante i diversi anni di lavoro alle spalle, è la mia prima volta a Cosmofarma. Prima, quando lavoravo come farmacista collaboratore, ritenevo a torto che le tematiche della fiera non mi riguardassero molto, poi negli anni da libero professionista l’evento si è sempre svolto in un periodo di intensa attività lavorativa, quindi finora avevo sempre rimandato. In questo editoriale, mi piacerebbe raccontarvi quelle che sono state le mie impressioni di questa prima volta.

Mi fermo soprattutto agli stand che si occupano di tecnologia. Scopro così l’app Wikipharm, il sistema E-vision e il servizio Clickdoc.

All’ingresso, le hostess distribuiscono le borse ecologiche per mettere i gadgets e i portabadge, entrambi sponsorizzati da note aziende produttrici di farmaci generici. Rifiuto con gentilezza, perchè preferisco viaggiare leggero, e mi dirigo senza indugio allo snack bar, dove consumo il secondo caffè della giornata. Cerco subito la toilette, e sulla strada intravedo gli stand dei non titolari, dei titolari di parafarmacia e dei liberi farmacisti. L’impressione è che queste sigle siano state relegate nell’angolo più buio e isolato del padiglione, come si fa ai matrimoni con gli ospiti poco graditi. Dopo un primo giro di ricognizione- a fine giornata, il segnalassi dell’iPhone mi comunicherà che ho percorso quasi dieci chilometri-raggiungo il mio corregionale Piero Conte, che mi offre il terzo caffè della giornata. Nella sua Trieste avrebbe ordinato un “nero”, ma rendendosi conto di essere in trasferta chiama un “caffè liscio”, per evitare che mi venga servito un calice di Sangiovese a metà mattina. Mentre beviamo il caffè, con lui e alcuni suoi collaboratori, mi racconta le novità. È orgoglioso della sua ultima app Wikipharm, che consente alla farmacia di interagire direttamente con il telefono del cliente dal Wingesfar, comunicando orari, eventi e promozioni. La mia giornata sarà orientata- per interesse personale ed editoriale- allo studio delle nuove tecnologie, e di come queste potrebbero semplificare la vita al farmacista, consentendogli di usare il tempo in maniera più produttiva.

Il farmacista svolge una professione intellettuale, ma una parte del suo lavoro è meramente esecutiva. Ben vengano le tecnologie che consentono di ridurre questa quota.

Gli espositori di Cgm mi mostrano un nuovo servizio che cattura la mia attenzione, tanto che chiedo il permesso di girare un breve video, che vi riporto con la loro autorizzazione. Il servizio e-vision consente, inserendo la ricetta sotto una telecamera, di richiamare direttamente a video la prescrizione del medico. Attaccando le fustelle sul promemoria cartaceo, la ricetta viene chiusa in automatico, dove se fosse necessario riaprirla è sufficiente inserirla piegata di 180°. Immediatamente, penso che collegando questo servizio a un magazzino robotico si potrebbe bypassare la maggior parte del lavoro manuale che il farmacista è costretto a fare per evadere una prescrizione, quella parte di lavoro priva di contenuto intellettuale tanto che in Inghilterra non viene nemmeno svolta da un farmacista. Mi faccio raccontare anche del servizio Clickdoc, che consente alla farmacia di prenotare visite specialistiche per conto del cliente ottenendo un cachet per il servizio. Interrogo l’espositore su eventuali violazioni deontologiche, ma lui è preparato e mi spiega il meccanismo con il quale il codice deontologico e la legge vengono rispettati.

Si parla di “farmacista aumentato”, un farmacista che utilizza sistemi informatici capaci di autoapprendimento per studiare meglio le necessità del cliente.

A mezzogiorno mi sposto nel padiglione 25, dove si tiene una conferenza sui sistemi cognitivi in farmacia. I relatori definiscono il concetto di “farmacista aumentato”, ovvero un farmacista che utilizza sistemi informatici capaci di autoapprendimento per identificare le necessità di salute del cliente. <Questa tecnologia è già realtà>, dice uno dei relatori. Ma di certo non lo è il “farmacista aumentato”, perchè nel nostro settore il nostro problema non sono mai state le limitazioni tecniche. Più spesso, delle nostre difficoltà è stata responsabile la nostra scarsa propensione al cambiamento.

Dopo la conferenza mi incontro con Chiara Cominoli, direttrice di FarmaciaNews, con la quale programmiamo i miei prossimi articoli per la sua edizione cartacea. A proposito, se vi interessa leggere un’analisi approfondita del Ddl Mandelli-Lettieri, con una stima del reale numero di posti di lavoro che potrebbe creare, compratevi il numero di maggio. Allo stand di Tecniche Nuove incontro anche Giulio Pacenti e sua moglie Barbara, che stanno presentando la seconda edizione de “Il farmacista gestionale”. Dopo una chiacchierata con Giulio, saluto i colleghi di Tecniche Nuove e mi avvio verso lo snack bar per un rapido pranzo in piedi. Un panino con la mortadella, tanto per fare finta di essere davvero a Bologna.

Dopo pranzo mi incontro con due amici e giovani titolari di farmacia, che rappresentano per me una fonte di speranza in questa categoria.

Dopo pranzo mi incontro con Alessandro, amico, ex compagno di studi ma soprattutto giovane e brillante titolare di farmacia in Veneto. I miei appuntamenti li ho finiti, quindi lo seguo alla ricerca di una croce luminosa, e osservo così la fiera attraverso i suoi occhi di titolare. <Vengo da tre anni>, mi dice Ale, <la prima volta è bello, ma poi ogni anno si vedono più o meno le stesse cose>. Ci raggiunge anche Giacomo, amico e collega che nonostante abbia una farmacia di famiglia si è appena iscritto a Scienze della Nutrizione, per diventare nutrizionista. Che dire, un altro farmacista che non si accontenta, uno di quelli che piacciono a me. Proseguiamo la nostra passeggiata, io mi faccio tentare dai camici di Frediani, Ale da una vetrina interattiva, Giacomo dalle belle ragazze del make-up, e tutti e tre ci beviamo una birra, perchè anche se l’evento è lavorativo ci sono gli estremi per una mezza rimpatriata studentesca. Infine, visitiamo lo stand di Laboratorio della Farmacia, dove il dottor Matteo Mezzalira, uno dei responsabili della formazione, mi aggiorna sugli ultimi prodotti usciti. Almeno tre delle farmacie con cui collaboro hanno la linea del Laboratorio, quindi è mia necessità tenermi sempre aggiornato. Nel frattempo si sono fatte le cinque, quindi saluto i miei amici e mi dirigo verso il parcheggio.

Seguo lo sciame di farmacisti che camminano verso le loro automobili, alcuni dei quali con le borse straripanti di campioni omaggio- quel tipo di persone che è meglio non incontrare ai buffet- e mentalmente faccio il bilancio della giornata. L’impressione finale è che la tecnologia corra più veloce dei farmacisti, dipinti come una categoria statica e che accoglie mal volentieri le novità. Ci sono però anche fortunate eccezioni: ad esempio la ricetta elettronica, che è stata accolta con maggior favore dai farmacisti rispetto ai medici, e che ha consentito di ridurre gli errori di dispensazione e migliorare la tracciabilità del farmaco senza determinare un aumento dei costi. E se questo dimostra che non siamo irrecuperabili,  spetta a noi dimostrare che sapremo accogliere il cambiamento. Quanto a Cosmofarma, probabilmente ci andrò anche l’anno prossimo. Anche se ammetto di preferire Vinitaly.

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2 Commenti

  1. Io sono farmacista collaboratrice e sono cinque anni che visito cosmofarma con entusiasmo crescente. Certo è l’occasione per trovarci tra amiche, uscire da Frittole e depredare gli stand ma riesco a vedere le novità e come posso evolvere nel mio lavoro!

  2. sono abbastanza vecchio da ricordarmi quando gli ordini al grossista erano affidati a carta e penna e memoria, permettetemi di dissentire dal giudizio di una categoria statica e refrattaria alla modernità. le farmacie sono informatizzate al 99,99 % da più di un decennio quindi molto prima della ricetta elettronica. inoltre una certa resistenza è giustificata dalla difficoltà a comprendere l’operatività delle nuove applicazioni. in fondo tra le nostre caratteristiche non è prevista la propensione ai videogiochi. non vorrei che certi giudizi fossero influenzati dal pregiudizio generazionale.

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